Primavera a Teatro 2021
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- Categoria: Festival
- Pubblicato Martedì, 01 Aprile 2014 17:34
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Primavera a Teatro - 10^ Edizione - 2021
Direzione artistica di Livia Lepri
5 Giugno / Centro Culturale di Sennori / ore 17.00
"Gothica"
Compagnia Danza Estemporada
Un’unione fra storie d'amore e di terrore, la trasposizione in danza di un filone narrativo oggi vicino al genere noir. Lo spettacolo affronta i temi dell’amore perduto, dei conflitti interiori, del soprannaturale. Tutto ciò che è "gotico" viene così collegato all'apprezzamento delle gioie date dall'emozione estrema, alo struggimento della paura e alla soggezione inerente al sublime, a una ricerca di "atmosfera". Attraverso i movimenti danzati nasce così un richiamo al misterioso e al magico, a una dimensione esotica, primitiva e tenebrosa.
coreografia: Livia Lepri
21 Giugno / Centro Culturale di Sennori / ore 20.30
"Showindows Dreamers"
Asmed Balletto di Sardegna
Dreamers Ogni giorno la moltitudine grigia si muove lentamente in file ordinate, io devo tenere il passo e parlare a bassa voce. La folla mi opprime, mi soffoca. La rabbia pulsa come un dolore sordo: “ho bisogno di spazio, ho bisogno di respiro, ho bisogno di trovare la mia voce”. La forza che reprimo si libera nei miei sogni, è un motore fuori giri che mi spinge fuori strada. Ogni notte vago per la città deserta. Cammino tutta la notte, a passo veloce, notte dopo notte. Il cuore in fiamme, la mia brama inestinguibile: la vita che desidero è altrove.
coreografia Lucas Delfino e Valeria Russo
interpreti Lucas Delfino, Luca Massidda, Valeria Russo
produzione ASMED Con il contributo del Ministero Beni e Attività Culturali e Turismo e della Regione Autonoma della Sardegna
23 Giugno / Centro Culturale di Sennori / ore 20.30
"White Paper"
Compagnia Déjà Donné
White Paper è un nuovo lavoro in solo di Virginia Spallarossa che indaga la nozione di doppio e il rapporto bambino/adulto. Il desiderio è quello di creare un’immagine che possa vivere nell’ambiguità delle due declinazioni, in bilico tra luce e oscurità, riflessione e azione, unità e alterità, portatrice di una lotta interna tra binomi di diversa natura ma visceralmente intrecciati. Lo spazio è un cerchio, un’isola, un circo, un ring, una stanza dei giochi, tutto questo e nessuno di questi. Un personaggio di carta, tra fragilità e candore si muove in un’atmosfera straniante mosso dal desiderio bulimico di saziarsi di esperienze. Un sogno di un bambino o fantasmi adulti? Il tempo si sospende e si nutre di questo disorientamento tra il mondo incantato dei bambini e la nostalgia di un mondo perduto.
coreografia di Virginia Spallarossa
con Virginia Spallarossa
costume di scena Mirella Salvischiani
foto Gilles Toutevoix
produzione Déjà Donné
29 Giugno / Centro Culturale di Sennori / ore 20.30
"Pari Intervallo"
Borderline Danza
“L'amore, l’ebbrezza e il sangue richiamarono sempre il mondo sotterraneo e promisero a più d’uno beatitudini ctonie. Ma il tracio Orfeo, cantore, viandante nell’Ade e vittima lacerata come lo stesso Dionisio, valse di più. (Parlano Orfeo e Bacca)” C. Pavese
Il progetto nasce come sequel de Il Canto di Orfeo, nella visione letteraria di Cesare Pavese, L’inconsolabile, dai Dialoghi con Leuco (1947), per esprimere il dramma di Orfeo che ha ben compreso come la morte di Euridice rappresenti il definitivo concludersi di un’epoca. In questo brano vi è un avvicinamento dell’uomo all’eternità, alla vita dopo la morte e rappresenta uno spunto di riflessione e un pretesto dove il focus è il punto di vista dello spettatore (presente in scena), protagonista nella dialettica tra immagine e sguardo, dove la risultante va oltre il linguaggio, amplifica e modifica l'azione, dona forma poetica all'attenzione. Si tratta di dare un'area espansa allo spettatore, un rovesciamento di senso e di ruolo, con il compito di ospite interno, dove il destino di uno collima col destino di molti, e quindi da intendersi assoggettato al destino del mondo (James Hillmann). Così l'immagine rimane dentro fin dopo il suo dissolvimento e nel corpo rappresentato si ritrova la sintesi della propria soggettività, come in uno specchio deformante dove ci si riconosce nel corpo dell'altro che altro non è che il riflesso di sé nel proprio immaginario.
direzione della coreografia e regia Claudio Malangone
danzatori/autori Luigi Aruta, Antonio Formisano
musiche AAVV
disegno luci Francesco Ferrigno
costumi Borderlinedanza
responsabile organizzativo Maria Teresa Scarpa
relazioni esterne Hanka Irma Van Dongen
produzione Borderlinedanza 2020 Con il sostegno del MIBAC, Regione Campania, Raid Festiva